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La prima Omelia
di don Michele


 

    Sia lodato Gesù Cristo!
    Cari Fratelli e Sorelle, il primo pensiero non può che essere un pensiero di Ringraziamento verso il Signore e la Vergine Maria, per le enormi grazie e il Sostegno che hanno dato a me e alla mia famiglia in questi 5 anni di Seminario.
    Un Ringraziamento anche a tutti voi per il sostegno e per le preghiere di questi giorni....
    Mi è poi doveroso rivolgere un Saluto di benvenuto a Sinnai a quanti vengono da Roma. In particolare un saluto e un Augurio a don Matteo Rubechini che è stato ordinato diacono lo scorso 31 Agosto ad Assisi.
    Volevo proporvi una riflessione riguardo al vangelo di oggi:
1.    Nel brano che abbiamo appena ascoltato, Luca ci racconta l'episodio di quest'uomo con la mano destra inaridita, guarito in giorno di Sabato. Come abbiamo sentito Gesù pone una domanda: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?
    Pure noi dovremmo chiederci che cosa è lecito fare in giorno di sabato? O meglio per noi cristiani, che cosa è lecito fare la domenica? Il sabato come per noi la domenica è il giorno da dedicare a Dio, il giorno dedicato ad incontrare Dio. Cosa è lecito fare allora? In giorno di Sabato, in Giorno di domenica è lecito solo una cosa: incontrare Dio! e questo deve avvenire nella liturgia ma anche nel bene che si fa verso i fratelli! Anzi il bene che si fa ai fratelli deve avere lo scopo di far incontrare Dio. Se poi diciamo che dovremmo dare tutta la nostra vita per aiutare i fratelli, il servizio che svolgiamo verso i fratelli deve diventare come una liturgia. Una messa vissuta nella quotidianità. La messa infatti è il sacrificio della Croce, Cristo che si da tutto per il bene, per la Salvezza dei fratelli! L'azione liturgica più grande Gesù l'ha fatta proprio sulla croce! E ancora di più potremo dire che tutti i giorni della settimana devono diventare come il Sabato, come la domenica.
2.    Ciò che colpisce poi è il fatto che quest'uomo si trova davanti scribi e farisei che non comprendono il suo stato, pensano più al rito che a fargli del bene! Sono completamente indifferenti alla sua malattia! Spesso mi è capitato di ascoltare persone che soffrivano per varie ragioni, malattia, solitudine. E in questo soffrire si trovano anche incompresi.
    Le domande che spesso ci si pone sono: perché nessuno mi capisce? che senso ha quello che mi è capitato? Perché proprio a me?
    Il cristiano è chiamato ad essere comprensivo nei confronti di chi soffre a non rimanere indifferente! ma ancora di più questo Vangelo ricorda che chi è chiamato da Dio ad essere ministro deve aiutare l'uomo a trovare queste risposte! Ma per poter dare queste risposte deve prima di tutto Lui trovare le risposte alla propria sofferenza. Lo dice chiaramente S. Paolo nella prima lettura. Tutto ciò che si fa è perché i cuori vengano consolati e perché vengano alla conoscenza perfetta del mistero di Dio che è Cristo!
    La sofferenza ci porta a chiuderci, a vedere ogni cosa che ci accade come un qualcosa che nega la felicità e la serenità che ci spetta. La mano inaridita è una mano che non ha più vita, la mano tesa è la mano pronta ad accogliere qualcosa, a stringere la mano di una persona! Fare del Bene in questo caso significa aiutare a far stendere di nuovo la mano e accogliere il dono di Dio. Accogliere Dio stesso!
    Trovare il senso della nostra sofferenza, il perché si soffre, significa accogliere la sofferenza stessa come un dono. In questo modo nello stendere la mano incontriamo la mano di Dio che ci aiuta a rialzarci! Una volta rialzati ogni peso scompare e tutta la nostra vita assume un senso diverso perché l'incontro con Dio nella sofferenza ha dato un significato pieno alla nostra vita.
3.    Una guida sicura in questa ricerca è senz'altro Maria. Tutte le volte che mi mettevo in preghiera in cappella e guardavo il quadro della Madonna, mi sembrava di vedere Maria come affacciata ad una finestra! Maria sta affacciata alla finestra del cielo e ci rende felici donandoci ogni giorno il suo Figlio Gesù. A Lei quindi dobbiamo rivolgere lo sguardo perché Lei è madre Amorosa che perdona e consola. Lei come Madre è quanto mai vigile custode del nostro cuore, conforto nel dolore.
    Non è vana speranza quindi rivolgerci a Lei con fiducia quando ci troviamo nella sofferenza! Oh dolce Madre Amabile guardaci tu nella sofferenza, dona a noi il tuo sorriso! noi ti doniamo il nostro cuore! aiutaci ad accogliere il tuo Figlio Gesù perché possiamo trovare un senso alla nostra vita. Guidaci lontano dalla tempesta portaci verso la patria del cielo!
     Amen!



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